meteora utente
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| Titolo: Notizie distorte Lun 08 Nov 2010, 3:09 pm | |
| Notizie distorteDel: martedì 19/05/2009 alle 06.06 Di: meteora In: Saggistica Filosofia . | | 672 h 15,14 15.12.2007 Mn Una montagna di legname composta, sulla banchina nel porto, attendeva che la caricassero nei vagoni per distribuirla a rivenditori, uomini questi che se l'avevano richiesta avranno un bel da fare speculando sul prezzo prima di liberarsene definitivamente. I rivenditori, persone senza scrupoli ma ricchi di attenzioni affinché non succeda che vendano oggi ciò che domani rivenderebbero per il doppio. Molto prodighi erano anche di buoni consigli da dare ai propri acquirenti, “attenti quindi non ne avrete più se non fra sette mesi”, riuscendo così a una non riflessione sul prezzo da parte di questi che invece aumentavano la richiesta. Una bella politica quella di far mancare la materia prima per certo tempo, per speculare sul prezzo appena si ripresenta. Non si può consigliare altro agli uomini di commercio, ne sanno già abbastanza, tanti gliele mandano a dire ma qualcuno gliele ripete pure. Una bella politica anche quella di “chi l'ha dura la vince”. “Attenta cattiva politica” prima di smuovere quella montagna di tavole e tavoloni, l’in mezzo c'è Antonio che ha passato la notte per il freddo. È una fortuna che quelli del porto lo sanno dove si annida quel topo, già, vive proprio come loro. L'ho visto una volta che addentava un pesce raccolto da terra, lo fece per fame, attento alla spina, un piccolo morso e lo restituì alla terra, dove già c'era un gatto in attesa. Antonio lo sapevo che saresti caduto così in basso. “Hai pensato di passare la notte sul treno quando per arrivare, impiegava un'ora, e alla nuova stazione ti hanno detto di scendere e ti hanno perdonato che eri senza biglietto”. Così la tua vita è adesso. Ha sempre dato a chi ne aveva bisogno, migliaia i suoi debitori, ma fra quelli forse non ve n'è uno che riuscirebbe a trascorrere una notte con lui senza morire dal gelo. Lui no, una forte tempra pare che lo accompagni, forse un grosso peccato doveva scontare. Erano già le ore sette e quindici minuti che suonò la sirena. I vagoni si avvicinavano lenti su quelle rotaie che a vederle sembravano in disuso, come quando i lavoratori del porto vedendo Antonio si chiedevano se quello era un uomo. Sgattaiolava con i suoi quattro cenci che ancora porta addosso. Proprio come un felino, distoglieva lo sguardo e rifuggì anche dalle parole. Anche i figli dei suoi vecchi amici, che han ricevuto dai padri quel che Antonio gli dava, come gli struzzi, uguali, non vedevano e pensavano di non essere visti. Chissà se come Antonio, anche loro dovranno restituire, perché distolti da un debito un giorno. M'è passato davanti sembrava sorridesse beffardo, ma era fisso il suo sguardo verso tutto ciò che era inanimato. Una cuffietta, che per quanto in merino si era giocata l'origine controllata, la teneva sempre in testa, da diversi anni oramai. Del suo guardaroba non dico di più, sennonché sento freddo io a vederlo così. Non l’era rimasto nessuno, a nessuno voleva restare. Tutto questo era già ieri. Volevo portarlo lontano da quel porto e già oggi più non lo trovo. Vuoi vedere che adesso che sono arrivato lui è scappato? L'ho cercato e aspettato per giorni, nascosto come faceva lui, perché non mi vedesse. Mi avvicinai a un gruppo di lavoratori, quattro o cinque persone, si scaldavano le mani col fuoco che usciva da un grosso recipiente. Parlavano animatamente. Giorni prima li avevo sentiti anche ridere. Invero quel giorno alle sette rimestavano vecchi ricordi, parlavano di un uomo che non aveva voluto mai una mano. Rubava le mele al mercatino che si faceva lì accanto e qualcuno pagava quei reati da poco. Un omone scuotendo quel secchio di fuoco imprecò, dicendo poi ”Se lo trovo, chi l'ha messo in questo cesso, gli e lo dico io chi era Antonio davvero”. Pare l'abbiano trovato abbracciato a una gomena, assiderato. Forse io so che cosa ha pagato, di altre cose son meno sicuro. h 18,04 15.12.2007 Mn. | |
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