meteora utente
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| Titolo: Una costante Lun 08 Nov 2010, 11:54 pm | |
| Una costanteDel: lunedì 01/06/2009 alle 06.48 Di: meteora In: Saggistica Filosofia . | |
La "costante" 632 h 01,10 21.10.2007 Mn Penso che abbiamo tutti il nostro angolino personale, a guardarlo il nostro sembra diverso da quello di altri ma gli effetti che comportano sono simili. Mi riferisco a quelle situazioni che ci vedono impegnati volontariamente con il corpo e con la mente. Parlo di qualcosa che si fa per il bene di altri, di qualcuno in particolare o per la comunità in generale che nel frattempo ci appaga e ci fa vivere serenamente con i nostri principi e le nostre aspirazioni. Chi si riconoscesse in questo non può che ritenersi fortunato poiché la vita ha dato a lui l’occasione. Altri potrebbero desiderarlo e ritenere di non aver ancora avuto questa fortuna. Altri ancora non si accorgono di essere immersi sino al collo di quella grande opera che dedicano ai loro simili che li fa sentire felici di vivere. Il piccolo gesto, uno sguardo o un sorriso, il tuo dovere quotidiano, tutto può essere vestito e presentato al mondo che ci circonda con quegli abiti che sono l'esempio, la generosità e l'attaccamento a ciò che materiale non è. Abbiamo così l'infermiera che ha il suo ammalato, la mamma, il suo figliolo, il matematico, il suo problema da risolvere, lo sportivo, i suoi ammiratori e così via, tutti potremmo avere anche senza accorgercene quella che io chiamerò “costante”. Essa non è altro che un aspetto della nostra vita, che ci caratterizza, ci fa riconoscere in mezzo agli altri, ci consente di essere apprezzati o no. Tanti ne hanno più di una altri cambiano spesso alla ricerca di qualcosa più appagante. Dire quanto si riceve quando si dà, non si può. Possiamo dire invece quanto siamo insoddisfatti quando non sappiamo a chi indirizzare anche solo le nostre attenzioni. Non possiamo non accorgerci di quanto il pensiero altrui nei nostri confronti ci appaghi o ci demoralizzi quando non ci mortifica. Già nei primi anni di vita l'individuo alle prese con gli studi dimostra a se e agli altri l'impegno, le doti o la sua inettitudine. Bisogna subito essere qualcosa, qualcuno. Ho conosciuto muratori che facendo gli intonaci erano veri e propri artisti, un ferraiolo e un carpentiere da quanto erano bravi nel loro mestiere divennero amici di un ragazzetto di sedici anni quale ero io quando li conobbi, ed io divenni amico anche del loro mestiere. Come non ricordare l'insegnante di matematica che mi scoprì come il numero uno nella sua materia. La “costante” può materializzarsi, un esempio palpabile é, il risparmio che può essere l'unico strumento di alcuni per donare qualcosa di se agli altri. Siamo così diversi che le nostre diversità così impercettibili tante volte, sembrino non darci neppure la sensazione che stiamo andando nella stessa direzione, come dire che non dovrebbero mai cozzare gli interessi di un buon contadino con quelli di un bravo medico, salvo quando vien meno l'amore per la propria arte e prevale un amore che lo annulla. Oggi la corsa all'arricchimento ci rende dimentichi, apatici, ci svuota dei veri significati di parole che vanno sempre più perdendo il loro valore, queste sono: vita, amicizia, serenità, perdono, amore e tante, tante altre, tutte comprese ancora in un gesto affettuoso, se sappiamo proporlo a qualcuno che, per quanto non conosciamo, glielo porgiamo senza che ci sia richiesto. La “costante” è quindi e deve essere qualcosa che non si vuole perdere, che non si può dimenticare che anzi si rafforza ogni giorno che passa e che si tramanda attraverso l'esempio. Come ci si può sentire inutili se da trent'anni i tuoi paesani prendono dalle tue mani il pane per sfamare le loro famiglie? Come si può tradire coloro che alle sette del mattino aspettano il tuo pane col diritto di chi ti ha costruito la casa, dato i vestiti, i prodotti dell'orto e tutto quello di cui hai avuto bisogno? Per tradire un amore ci vuole una “costante” quella che porta solo alla rovina. h 03,40 21.10.2007 Mn . | |
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