Lo Spazio di Meteora
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Lo Spazio di Meteora

A te rivolgo, Astro della Vita, il mio rammarico per non esserti Luna.
Muoio al pensiero di non giacere, pari e ignaro ciottolo
alla stregua di semplice meteorite scaraventato sulla Terra
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MessaggioTitolo: Vile Governo   Vile Governo Icon_minitimeGio 11 Nov 2010, 10:42 am

Vile Governo


Del: sabato 21/11/2009 alle 15.44
Di: meteora
In: Articolo Informazione


550 h 23,45 19.07.2007 Mn
Durante la cena ho potuto assistere alla tavola rotonda “otto e mezza” trasmissione felice de “la 7”. L'argomento di oggi era “meritocrazia” almeno penso, non ne sono certo, le persone invitate erano di carne e ossa, a me sembravano straniere. Ho detto che non ero certo sull'argomento all'O.d.G., poiché, in sovrimpressione c'era scritto “Meritocrazia”, ma pareva parlassero d'altro, tanto che mi son sembrati stranieri gli intervenuti e i conduttori. Ho già detto troppo di loro e non voglio minimamente citare ciò che hanno detto sull'argomento, chi ha seguito il programma capirà comunque la posizione del mio disappunto. Ciò che voglio dire invece è che qualcuno in Italia si sta convincendo che è giusto introdurre la meritocrazia senza peraltro rendersi conto che la stessa sarebbe gestita da figuri che di merito non ne hanno un pizzico per stare dove si trovano. Carissimi la meritocrazia è sempre esistita, da che inventato il concorso è il metro usato per promuoverne i vincitori, e qui mi levo il cappello. In Italia il merito latita, esistono le “origini” e le raccomandazioni, i privilegi e i soprusi, i servi e i prepotenti; chiunque stia in questo pentolone non ha diritto di parlare di meriti sia esso giornalista, giudice, avvocato, medico, farmacista, imprenditore, politico ecc.
Parlo di una nazione che i nostri governanti non conoscono e chi sta bene economicamente, può solo essere peggiore di loro se porta avanti il discorso di meritocrazia. Per dire quanto devo arrivo subito al punto. Avevo circa diciassette anni quando mi affacciai la prima volta nel mondo del lavoro. Prima di sposarmi, mi successe a venticinque anni, avevo conosciuto già molteplici realtà lavorative. Misurai le forze e attinsi dolore in tante aziende diverse, edile, metallurgica, fabbrica di mattoni, industria cartaria, commercio e tante altre che solo al pensarle mi ubriacano. In tutte le mie esperienze lavorative con aziende private ho conosciuto la meritocrazia. Che cos'era la meritocrazia che ho conosciuto in quegli anni? È la stessa che sto conoscendo adesso, anche se nel pubblico impiego e devo dire che ora più che mai si trova nel momento più felice se riferito a chi ha le mani in pasta. Parlerò prima dei tempi andati, solo al pensarli rivedo tutti quei vigliacchi. Li chiamavano “fuori busta” quei contentini che tenevano buoni i prepotenti e i servi, non erano certo i migliori a esprimersi nel lavoro, tanto meno erano i più abnegati quelli che fruivano di quel “privilegio”. Il “fuori busta” divideva gli operai schiavizzandone una gran parte. Fenomeno venuto meno, in seguito, nelle grandi aziende dove ha cambiato fisionomia, e se non ci passi non puoi accorgerti di che cosa è fatto il mostro. Bastavano quattro soldi per fargli credere che lui, compagno di lavoro, era più di me e questo imbrogliava molti miei simili, ma molto diversi. Adesso l'hanno introdotto nel pubblico, dove, a sentenziare chi è il più “bravo” e “meritevole” non è neanche padrone, ma lo fa servendosi di espedienti complicati che giustifica in vari modi, contrari peraltro a una buona coscienza sindacale con base “uguaglianza” che non è certo la spina dorsale del nostro sindacato meno che mai della nostra bella italietta. In più i meccanismi di diversificazione di trattamento all'interno, nella categoria hanno: gravato di competenze gli esclusi da questi privilegi, diminuendo il numero degli addetti poiché i privilegiati sono affaccendati in tutt'altre faccende. Per ora non voglio aggiungere altro se non dire che era così bello convivere, nel campo lavorativo, con uno che non faceva mai uguale a te e diceva che tu eri “bravo”, “meritevole”, te lo riconosceva, non ti rimproverava perché facevi di più, forse eravate anche amici, adesso nulla più, anzi, guadagna più lui di chi lavora. h 00,44 20.07.2007 Mn
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