PAPàDel: venerdì 06/02/2009 alle 10.37 Di: meteora In: Saggistica Filosofia . | |
26 giugno 2038, Francesco ritorna a casa dopo aver trascorso la prima parte della giornata a scuola. Frequenta il quarto anno dell'Istituto Industriale nell'indirizzo Chimico. Appena entrato già col saluto mostra al papà l'esito di quella mattinata, giorni no sempre molto pochi, solitamente torna come un raggio di sole ravvivando tutto ciò che incontra.
Quel giorno si avvicina al papà, Ettore, lo abbraccia come sempre e come sempre gli lascia un cenno delle nuove, buone o no. Lui raggiante che guarda in viso il papà che all'improvviso mostra i segni dell'emozione, della felicità e del pianto. “Mio figlio innamorato”! Esclama il papà, “dimmi, è bella”? “Lo è tanto” risponde Francesco. “Come si chiama”? Rincalza Ettore. A Francesco si illuminano gli occhi a dir quel nome, per la prima volta a voce alta in quella casa: “Mad, come Maddalena”. h 15,14 19.10.2006 Mn
239bis h20,1319.10.2006Mn 1319
Allora, Ettore chiama a raccolta la famiglia.
La sua è strana per molti. Vent'anni prima Ettore si era sposato, poi s'era professato gay dopo aver conosciuto Angelo. Francesco al tempo dell'unione di Angelo con il padre aveva undici anni, per lui era zio Angelo. La madre si era rifiutata di riconoscere qualcosa di Ettore e Francesco gli era figlio. Quando arrivò Angelo, là dove erano loro in mezzo a quel gran soggiorno, capì subito che era un momento particolare, s'accorse dell'emozione di Ettore e chiese “cosa c'è” dicendo poi, “datemi la mia parte”. Si abbracciarono tutt'e tre, Ettore diceva ad Angelo: “ si chiama Maddalena, si è innamorato”, Angelo di rimando: “te l'avevo detto che non era come noi”, ed aggiungeva, “Ettore sei contento”? Ettore baciando il figlio rispondeva: “felice”. h 20,30 19.10.2006 Mn
h 16,00 20.10.2006 Mn
Ricordo quando Ettore mi parlava del suo “amore”, diceva spesso di sentirsi incompreso, giudicato e persino condannato. A distanza di tempo devo dire già che per tante cose aveva ragione, mi diceva che se l'avesse confessato alla moglie, lei l'avrebbe lasciato in un modo, a dir poco, crudele.
Ebbene è successo, quella donna non avvicinò più suo figlio Francesco, come fosse stato lebbroso non lo toccò più da quel dì, e come fosse cieca non lo vede quando per la strada si incontrano.
La moglie di Ettore era bella, sembrava intelligente, si sistemò subito come chi aveva già un appartamento con maggiordomo. Disse poi in giro che doveva pure sistemarsi dopo un simile terremoto, a Ettore lo mise in causa e lo lasciò in mutande canottiera e calzini, però diceva, lei gli lasciava il figlio.
Angelo lo amò anche così, quanto soffrì, a Ettore lui un sacrificio così non l'avrebbe mai chiesto, anzi gli chiese:“ perchè l'hai fatto”? “Perchè ho amato anche lei”, rispondeva lui.
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