Per i visitatori

N. I. 88 h 04,50 16.02.2009 Mn
Ho trascorso gli ultimi tre giorni in compagnia del raffreddore. Che compagno solerte! Non mi lasciava un momento. Fortuna, bah! per dire, che c'eravate voi, gli inquilini del sito “Versi & prosa” che come una dolce palla al piede, siete entrati in ogni mio pensiero. Farvi partecipi è quindi il minimo che posso fare, perchè la vostra compagnia non s'allenta, al contrario il raffreddore, già a quest'ora, non sembra più di casa in questo corpo che è il mio sito. Voi, dicevo invece, sembrate qui in attesa di carpire il segreto “cosa mai getterò nella fossa quest'oggi”. Capite amici, cosa state diventando per me? Essere per voi quello che vorrei foste per me è solo un traguardo, perciò cercherò di tagliarlo presto.
Oggi continuerò, come ho fatto fino adesso, senza un programma. Entrerò nelle cartelle del mio computer preleverò pensieri del mio passato, alla rinfusa, tanto, ho notato che ancora mi parlano, e con la modestia dovuta spero di non fare oltraggio a nessuno.
Poi, per erudirvi su quanto accaduto “sul mio sito”, grazie alla vostra compagnia, del quale non vi siete accorti, vi dirò che ho fatto tante riflessioni di cui vi parlerò, ma poco alla volta, lungo la strada. A proposito di strada! Una di queste riflessioni è proprio questa; vi chiedevo “Quanto è lunga la strada del sito Versi & prosa?”, ve lo siete chiesto? Qualcuno potrebbe “all'improvviso” spegnere la luce? Chiudere la porta? E noi “scapigliati” potremmo trovare un altro “caffè” dove attorno ad un tavolino poter dialogare, e perchè no!, crescere? Avete anche voi di queste mete? Saranno i giornalisti a chiuderci la bocca?
Siete già una febbre addosso a me, ho tanti anni addosso e mi sento ancora un bambino che con la sabbia fa castelli.
Do molta importanza alla brevità, correggete voi gli errori, io sono ragioniere.
Per ora, vi voglio bene ciao. h 05,55 16.02.2009 Mn

581 h 13,30 13.08.2007 Mn
Mercoledì scorso, no sbaglio, era venerdì, ero sintonizzato col problema pasto, tv accesa per i fatti suoi come quando è spenta. Ho apparecchiato la tavola, sottopiatto con un pezzo di scoottex, una mela vicino al coltello, la banana più su come corona e di fianco alla mela il vasetto di yogurt, attendeva, con un cucchiaino di traverso sul coperchio, la disfatta della mela per poi godere il suo turno. La mela tagliata in due poi vedeva una alla volta ognuna, divisa ancora in due, così una alla volta le sue parti sbucciate e separate dalla parte di torsolo che ognuna vantava, cominciavano ad essere consumate. Nel frattempo sul video, sintonizzato a La7, appariva il simbolo della Universal Film. Mi vedevo per un attimo interessato volevo capire quale sarebbe stato il film. Intanto approntavo la cassetta nel video registratore in posizione di partenza per la registrazione. I colori mi piacevano come pure la fotografia, ma quando sentii la voce dell'interprete, una simpatica figura, non esitai a mandare in registrazione. Poi mentre consumavo il pranzo ne ho visto circa un quarto d'ora. Spensi poi la televisione deciso di vederlo in un altro momento, con la calma necessaria che richiede un bel film quale sembrava fosse quello che stavo registrando. Ieri poi la scoperta. Dopo la cena avvenuta alle 20,40, mi misi comodo, come penso facciano tutti quando vanno a teatro, ed io scherzavo con me quando feci quel paragone. Ridimensionai quello scherzo di fretta quando m'accorsi che l'interprete maschile non era altri che Antonhy Hopkins. Con quell'attore davanti ero davvero in teatro e niente e nessuno poté disturbarmi. Mi trovai in mezzo a loro, non s'accorsero di me, non avrei saputo spiegare il mio pianto. Non saprei cosa dire del film senza sminuire ogni sua parte parlando dell'una o dell'altra. Penso che il regista sia stato un campione nel mettermi innanzi quel mondo senza dire di suo una sola parola. Ha capito che ogni spettatore ha già il suo cronista per cuore che ci ha detto e fatto sentire tante cose che non erano in copione. Una cosa voglio però fissare, perchè possa ricordare domani, è il colore della gioia, nel far quel che ti piace verso gli altri, che mai vedresti se non rimbalzasse su questi. Il perdono che puoi dare è un credito più grande. Le lacrime ancor mi attaccano, dandomi una gioia che non merito.
A te cara Rai io chiedo:” chi è che legge i tuoi film prima di mandarli a me”? Licenzialo!
A te invece, carissima tv La7, grazie, alla prossima opera. Questa era “ 84 Charing Cross “. h 14,49 13.08.2007 Mn