Lo Spazio di Meteora
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Lo Spazio di Meteora

A te rivolgo, Astro della Vita, il mio rammarico per non esserti Luna.
Muoio al pensiero di non giacere, pari e ignaro ciottolo
alla stregua di semplice meteorite scaraventato sulla Terra
.
 
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 Così scrissi quei giorni

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MessaggioTitolo: Così scrissi quei giorni   Così scrissi quei giorni Icon_minitimeDom 07 Nov 2010, 10:57 pm

Così scrissi quei giorni


Del: lunedì 13/04/2009 alle 11.03
Di: meteora
In: Saggistica Filosofia
.

214 h 21,28 22.09.2006 Mn

Te l'ho detto che ogni tanto vivo degli attimi del tipo “Decimo grado della scala Mercalli”.

Poi, non so poi se sto meglio o peggio, una cosa è certa, sentirsi come nuovo e subito dopo, che dico in un attimo quel terremoto, ti cambia almeno un po’. In tre anni tutte queste scariche hanno comportato qualcosa ma io non mi accorgo. Se potessi, chiederei al primo che capita del mio vicinato: “Mi parli di me”. Non so a cosa approderei, penso però che mi aiuterebbe a capire, almeno, a essere più sopportabile, che dico, sopporterei di più chi potrebbe pensare di me.

h 21,41 22.09.2006 Mn

215 h 19,44 24.09.2006 Mn

Ti colpisce un vento di sconforto, resti in piedi, il colpo è stato duro, non sai cos'è stato in verità, anche se puoi dire che forse è colpa di un progetto andato male o di un semplice malanno fisico.

No, a un altro puoi dare simili giustificazioni non a te stesso, è più remota la causa che questa piccola crisi. Resistere è la parola d'ordine, non si può far affondare una barca con due secchi d'acqua. Innanzitutto, già prima di parlarne, aspettiamo a domani. h 19,56 24,09.2006 Mn

216 h 23,00 27.09.2006 Mn

Le due righe di quest’articolo sono per me incomprensibili. Per ora non le riporto.

h 23.07 27.09.2006 Mn

217 h 23,14 28.09.2006 Mn

Oggi dopo l'allenamento che è finito alle 18,00 circa, dopo una discussione “con un amico” sono diventato un altro. Intrattabile, inquieto, fuori e dentro, sono uscito dal sentimento tanto che alle 20,00, per quanto dovessi e volessi andare alla riunione della comunità, dopo un alterco tra me e Dio, ho chiuso la porta e non ci sono andato. Adesso, dopo circa tre ore, ci ripenso e ora come allora mi domando: “ ma che ne ho”? Sì, che me ne viene, sono nuovamente nella strada della disperazione, mi adiro per un nonnulla e poi mi chiedo chi sono per alterarmi così, chi sono e per chi. Allora mi chiedo ma Lui lo sa che ci sono o ci sono e basta. Con la mia ira ho vagato lontano. Chi è per dir tanto del suo sacrificio, facile sapendo come dice che era Dio. Che ne è del sacrificio di un uomo che sa, di non essere Dio, che dopo aver visto morire suo padre, la madre, la sorella, gli amici e tanti altri, si accinge a varcare quella soglia, linea oltre la quale c'è la fine anche per lui, dopo tutti gli altri e dopo aver agonizzato, nell'attesa del suo turno, chiedendosi, perché e per chi quell'atrocità? Lui, in quei momenti dov'è, lo devi sempre andare a cercare, non si fa mai presente, gli metti sempre in bocca tu le parole che ti aspetti da Lui, fai tutto tu, Lui, te, Lui, sempre così.

Le forze un giorno non le avrai, vorresti resistere, ma non c'è non lo senti, non lo vedi in nessuno del tuo prossimo. Tutti si contraddicono nessuno è padre nessuno è figlio, chi dovrebbe leggere nelle sue parole l'amore, è arrogante insofferente. Che esempi, con questi e altri modelli, che figlio potrei essere io. Non mi chiedo se credo, se in me vi sia la fede, ma: “ ve n’è un altro che ha fede e crede fermamente a ciò che io vorrei con tutte le mie forze e con tutta la mia mente?”.

h 02,43 28.09.2006 Mn



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