Lo Spazio di Meteora
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Lo Spazio di Meteora

A te rivolgo, Astro della Vita, il mio rammarico per non esserti Luna.
Muoio al pensiero di non giacere, pari e ignaro ciottolo
alla stregua di semplice meteorite scaraventato sulla Terra
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MessaggioTitolo: Per te   Per te Icon_minitimeGio 11 Nov 2010, 11:06 am

Per te


Del: lunedì 28/09/2009 alle 22.16
Di: meteora
In: Diario Pagina
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L’ho vista da lontano, io stavo all’ingresso del viale, un passaggio privato dove, però quasi ogni giorno faccio del trekking dopo l’allenamento. Sono un maratoneta e quando faccio l’allenamento in giro per il paese, lì faccio il mio traguardo dei sedici chilometri giornalieri. Conosco il marito dei due, lei è la prima volta che la vedo. Prima di spalle, sempre lontana che va oltre il suo cancello che chiude anche il vialetto. Lui arrivando al cancello lo apre ancor più facendolo scivolare sul binario e continua a camminare raggiungendo la signora che appena raggiunta si volta e insieme, come ho detto in apertura, veniva verso me insieme con lui. Un’altra volta quel gentile signore si fermò e mi chiese se avessi bisogno di qualcosa, gli diedi la sensazione di star poco bene, si sbagliava, se ne rese subito conto dalla mia risposta negativa che peraltro imperlavo di un sentito ringraziamento per la sua gentilezza.
Quando dico che aveva un portamento regale non esagero, un passo che sapeva di eleganza e di esercizio, sembrava ripetere il percorso più volte, sì lo facevano entrambi per tenersi in salute e con quella sembravano proprio in armonia.
Preparai qualcosa da dirgli, li aspettavo più a tiro finendo gli allungamenti delle gambe, una alla volta, sollevate sul muro. Mi furono poi più vicini non mi ero sbagliato, sorridevano già, pronti al saluto ed io più convinto ritenevo quanto preparato da dire appiccicasse davvero benino. Lei sembrava una bella donna d’altri tempi, da non mettere in un portaritratti, il sorriso non faceva fatica a esternarlo lo porgeva, quasi un suo dono. Quell’uomo cominciava a sembrare il marito, un gemello anche lui col sorriso d’identico tono, per dire felici di sapermi di casa, in quel punto, nel loro vialetto accanto al giardino. Non tenuti per mano, si tengono vicini, attenti a non starsi lontani, quell’amore era loro lì intorno. Vestiti da sera, puliti. Senz’altri impegni, più tardi forse la cena. Erano là come a quell’ora le sette di sera.
Mi misi dritto, fu un attimo, li aspettai anch’io col sorriso. Ancora ammiravo quella donna, mi ricordava qualcuno e fu un lampo, una donna che ancor non ho visto e nella mente la creo così. Intanto era lei che avevo davanti, circa un metro e sessanta, siamo alti così, e con un pizzico di sarcasmo, con quel sorriso dissi loro “Buona sera, uno di questi giorni se gradite ci facciamo una corsetta!”. Risposero insieme! Da non credersi! Si aspettavano quasi …” Buona sera, perché no, un giorno magari!”.
Dicemmo qualche altra parola in merito al bene che porta l’esercizio fisico, ma proprio due, io ero sudato e tornavo a casa, poco distante, loro avevano da finire la loro passeggiata. Fu bello anche l’altro saluto “Arrivederci”, ci congedò quel coro.
Tornavo a casa con leggeri passetti di corsa e nella mente l’immagine di quel viso, di quella donna, era uguale a quell’altra che avevo costruito nella mente, la confrontavo era tutto perfetto era uguale. Più bella però è adesso l’immagine che ho nel pensiero, ha preso una nitida forma, l’altezza, quel viso, il suo portamento… la voce, e girando la chiave al cancello anche la mia viene fuori spontanea e sento da me “Zietta.”.
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