Lo Spazio di Meteora
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

Lo Spazio di Meteora

A te rivolgo, Astro della Vita, il mio rammarico per non esserti Luna.
Muoio al pensiero di non giacere, pari e ignaro ciottolo
alla stregua di semplice meteorite scaraventato sulla Terra
.
 
IndicePortaleGalleriaCercaUltime immaginiRegistratiAccedi
Ultimi argomenti attivi
» La vita
Disponibilità Icon_minitimeLun 11 Apr 2011, 4:44 pm Da Antonio Colandrea

» Aspettami
Disponibilità Icon_minitimeDom 20 Mar 2011, 10:45 pm Da Cassiopea

» Davanti a un obiettivo
Disponibilità Icon_minitimeDom 23 Gen 2011, 1:29 am Da meteora

» Preghiera
Disponibilità Icon_minitimeDom 23 Gen 2011, 1:10 am Da meteora

» Per Monicelli
Disponibilità Icon_minitimeMar 18 Gen 2011, 6:27 pm Da Cassiopea

» Ghiaccio
Disponibilità Icon_minitimeVen 17 Dic 2010, 3:11 pm Da meteora

» Un incontro casuale
Disponibilità Icon_minitimeVen 17 Dic 2010, 2:22 pm Da forzadieci

» LA ROSA SCARLATTA
Disponibilità Icon_minitimeMer 15 Dic 2010, 12:27 pm Da meteora

» Poesia
Disponibilità Icon_minitimeMer 15 Dic 2010, 11:53 am Da soffio

Licenza Creative Commons
Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
Partner

 

 Disponibilità

Andare in basso 
AutoreMessaggio
meteora
utente
meteora


Maschio
Numero di messaggi : 431
Età : 72
Località : goa
Umore : felice
Data d'iscrizione : 12.05.09

Disponibilità Empty
MessaggioTitolo: Disponibilità   Disponibilità Icon_minitimeGio 11 Nov 2010, 1:17 pm

Disponibilità


Del: martedì 08/09/2009 alle 15.19
Di: meteora
In: Diario
.
A un concorso ho presentato questo mio pensiero. Penso d'essere andato fuori tema e come spesso mi accade, ho fatto cadere l'amore troppo in alto.
No! Forse l'ho riposto su, dabbasso. Comunque ha fatto cilecca.






- L'amore come un albero deve protendere i suoi rami verso infiniti orizzonti -





L'amore, l'uomo pare che l'abbia in esclusiva. Nel mondo animale, se atteggiamenti o immagini di vita sembrano somigliare a quelli umani, per loro si parla di dettami naturali, d'istinto.
Per l'uomo no, lui sceglie quando amare. La conferma di ciò è data dal fatto che può odiare. Mai affermeremo che una specie animale possa odiarne un'altra, per quanto nella catena alimentare una sia sottomessa all'altra, si parlerà sempre d’imposizioni naturali, veri e propri congegni del creato.
L'uomo con la ragione s'è allontanato da qualche tempo dalla condizione naturale animale. Fra le tante diversità, l'atteggiamento bipolare odio-amore, è quello che lo contraddistingue dai suoi primi antenati e dal resto del mondo animale. Si può dire perciò che l'uomo nella sua lunga storia ha vissuto, di volta in volta, con l'uno o con l'altro di questi atteggiamenti. Questi l’hanno condizionato a tal punto da cambiare il corso della sua storia, tanto da somigliare, in un grafico elementare, a uno spaccato di roccia sedimentaria derivante da depositi di detriti e composti che nel corso di millenni si sono sovrapposti, lasciando una traccia della sua formazione a distanze di tempo enormi.
Le guerre sono esse le vere espressioni culminanti dell'odio. Per tanti secoli si sono scritte pagine di storia da riempire biblioteche e archivi da non sapere più come e dove custodire un numero così elevato di documenti. Nelle pagine di storia è documentato il cammino dell'uomo e le guerre hanno sempre scandito il suo passo. Lungi dal dire di aver conosciuto il momento culminante dell'amore, diremo di questo, quanto sia necessario per allontanare quell'espressione d’odio che spesso si converte in guerra.
Molte forze convergono affinché la valenza dell'amore superi quella dell'odio. Queste forze sono sociali e religiose, singole e collettive, ma spesso, dobbiamo ammetterlo, povere di convinzione e di volontà, quasi a non voler infrangere quella legge che detta “il male è sempre più conveniente“. Quanto su detto per meglio indicare come l'amore è principalmente sacrificio poi, eventualmente ripaga la coscienza. Da oggi è più che mai necessario un giusto impegno da parte dell'uomo, da indirizzare verso quel sacrificio. Oggi perché arrivati al terzo millennio, non potremo dire in modo migliore quanto le ricchezze dateci dalla nostra storia saranno, uno strumento inestimabile atto a garantirci la sopravvivenza. Un sacrificio che tutti meritano di vedere attuato a dimostrazione dell'intelligenza che ci riconosciamo quali uomini e non “bestie”. È d’obbligo un'interpretazione capillare nell'apporto necessario da parte di tutti, in proporzione alle disponibilità materiali e intellettive, poiché amore vuol dire perdono, comprensione, accettazione e tanto altro da contrapporre all'egoismo, alla prepotenza, all'arroganza e a quanto altro ci faccia scivolare nell'antitesi di questo nobile sentimento che è l'amore. Ogni piccola società dovrebbe somigliare a un platano che ho visto proprio stamattina. Lussureggiante nella sua bellezza, grandioso per l’imponenza, diligente nel compito che la natura gli ha affidato, con milioni di foglie orgogliose d’essere uguali salutavano il giorno con l'argento in corpo. Quel platano è lì da più di cinquant’anni, era già grande quando io ero bambino e ancora è lì.
La società ha il compito di distribuire la linfa, alimento essenziale per la vita e per il riconoscimento e la tutela d’ogni sua parte o elemento che rende la stessa un'entità, volta al raggiungimento di obiettivi generali, dopo di quelli di ogni singolo nucleo che caratterizzano tutti insieme il grado di salute della stessa. Fino a qui il platano poteva esserci d'aiuto tanto che in un raffronto l'uno sembrava il bozzetto dell'altro.
La società nel genere umano, con tutto quello che si è reso e messo a sua disposizione, è cosa ben più complessa di un individuo di platano che non ha neppure da essere confrontato a un solo elemento la stessa. La società, sempre quella, non è altro che una realtà sottoposta a esponente con base, singolo individuo “uomo”. Perciò è facile ridiscendere dalle problematiche sociali generali, tanto da riporle con la giusta semplificazione e proporzione nella sfera d’ogni singolo individuo dove, non sembra vero, queste trovano la loro culla e il giusto ambiente che le ha viste crescere.
Un organismo come quello dell'uomo, oltre alle attenzioni che si devono per l'alimentazione, abbisogna, oggi più che qualche decennio fa, di un'attenta analisi su quanto a sua disposizione che può essere usato contro il suo stesso bene. Fattori che mettono a repentaglio la sua vita sono innumerevoli, di diverse fisionomie, sempre pronti a ingannarlo. Deve perciò far uso di tutte le sue risorse perché si preservi da cose ingannevoli che pare non lo sfiorino, e invece demoliscono poco per volta la sua struttura.
La ramificazione di complesse sinergie mostra come allargando il raggio d'azione si moltiplichino gli effetti sugli spazi; un fiume che alla foce si ramifica tende a un impatto più graduale con le acque di grossi invasi; diverso ma pur sempre con la stessa efficacia, la rosa dei pallini esplosi da un fucile, che si allarga quasi alla ricerca della preda in uno spazio più ampio. Questo spiega l'importanza e l'efficacia di ogni singolo elemento di una determinata massa, ogni pallino ha lo stesso compito di tutti gli altri e non vado oltre. Ciò non di meno per il platano, la ramificazione della sua struttura è atta all’alloggiamento di tutte le sue foglie dai compiti che ben conosciamo.
In tutta questa situazione non ho voluto altro che mostrare quanto l'uomo, a differenza di tutto il creato, sia artefice, libero di scrivere la sua storia e ricordare quanto il percorso di vita di ogni singolo individuo possa incidere su tutto il genere umano. Quando riconoscevo al platano caratteristiche naturali nel perdurare dei suoi compiti, o quando dicevo del mondo animale le somiglianze che lo legano all'uomo, ho persino accennato una realtà di un fiume alla foce, tutto questo per dire quanto l'uomo abbia attorno dei campioni che con lui coesistono con un unico scopo, la sopravvivenza. L'uomo riconosce l'istinto quale anima del mondo animale, lo strumento col quale la natura elude il contro tendenza, per cui ogni animale segue abitudini, disegni precostituiti. Tutti hanno un'anima anche i monti ed è la stessa del vento e della pioggia, che li fa vivere in armonia ognuno con le proprie prerogative e attese.
L'uomo non poteva essere da meno, anche lui è stato dotato dal suo creatore di uno strumento atto a riconoscere in un pensiero, in un gesto o in un comportamento, la bontà o il suo rigetto, per la sua sopravvivenza. Quale strumento poteva meglio dell'amore rivestire un significato più universale. La facoltà del discernimento del male dal bene, del torto dalla ragione, questo è l'amore. Una chiave di lettura spesso relegata in ambito familiare o se vogliamo a quel piccolo albero genealogico dove primeggia la crema dell'egoismo umano, niente di peggio per fraintendere e ridurre la vera dimensione di questo strumento. L'amore è il primo catalizzatore di ogni manifestazione umana, dal pensiero all'azione di ogni singolo uomo. Quando si parla di metri, di chilogrammi, di litri e di quante altre misure per definire i nostri sistemi, non si fa altro che ammettere di aver delegato loro, al nostro ordine. L'amore definirebbe un sistema di vita che non vedrebbe, nel singolo individuo, cozzare la testa con i piedi, la mano destra con la sinistra, tanto meno, tra più individui, ci porrebbe l'uno contro l'altro.
Ne consegue che quella chiave di lettura che è l'amore va usata da ogni uomo, in ogni momento della sua vita, i suoi pensieri devono esserne imbevuti a tal punto che un gesto non abbia più caratteristiche d'offesa principalmente nei suoi stessi confronti, poiché chi lede se stesso, offende senza accorgersi i suoi simili, su di essi, infatti, ricade ogni suo gesto. Uno strumento così semplice cui delegare il nostro futuro, lo stesso che hanno individuato i nostri avi che se ne sono andati col rimorso di non aver fatto abbastanza, per cui questo grande strumento è ancora abbracciato da pochi. Noi possiamo ancora credere in questo strumento che conosciamo bene e sappiamo quanto ci faccia sentire in pace con noi stessi per il sistema che promuove. Quando poi, usati dall'amore, ci rivolgeremo alla società intera, lo faremo con prerogative più sincere indirizzate veramente alla sopravvivenza di tutto il genere umano.
L'amore serve a far sì che guardando un nostro simile negli occhi non ci si senta responsabili delle colpe che ingiustamente paga nel corso della sua vita, non basta chiedere venia.
Perciò, l'amore come un albero deve protendere i suoi rami verso tanti diseredati in attesa di pace, di cibo, di una casa, di un lavoro, di una terra dove ricredersi creature, con diritto alla vita, al perdono.
Tutti noi siamo i suoi infiniti orizzonti, ogni uomo che accoglie quanto l'amore protende è parte di quell'albero del quale alimenta la sua crescita e la sua forza irradiandone i suoi effetti.
Adesso mi sembra di rivedere quel platano, le sue foglie che non mancano di niente, come son tante! Che amore!
Una foglia alla volta. Io ci sono e vedo tanto spazio accanto.
.
Torna in alto Andare in basso
https://lospaziodimeteora.forumattivo.com
 
Disponibilità
Torna in alto 
Pagina 1 di 1

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Lo Spazio di Meteora :: PAGINE DI DIARIO E LETTERE :: Pagine di Diario e Lettere-
Vai verso: