Vostro Onore!Del: venerdì 15/01/2010 alle 06.09 Di: meteora In: Narrativa Favole
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Quale Onore?
Non vorrei che si confondesse con un’interrogazione di gran piacere, il mio è un dissapore per ciò che Onore Voi forse neppure conoscete.
Andiamo avanti però, non è per dirle quanto che l’ho convocata ma per sapere se Vi è giunto per intero, dopo anni di onorato servizio, il vero compito, Vostro Dovere, per cui Vi paga l’amministrazione pubblica che pare ancora non conosciate. Vorrei sapere da Vostra Signoria se ha mai fatto denunce contro, amministrazioni locali, ignari cittadini nel bel mezzo di una loro prepotenza, negozianti che avevano sbagliato il prezzo nel cartello, mettendone uno più alto, e, mi dica, Lei è stata mai al Comune, s’immischia nelle beghe per farvi luce, Va mai al supermercato per la spesa? Adesso io tacerò e vorrei perciò sentire parlare Lei, prego Dottore della Legge!
- Veramente, mai niente di tutto questo è stato teatro della mia vita. Da quando mi alzo dal letto la mattina, la mia giornata tipo è la seguente da oltre quindici anni:
“La pulizia della persona è la prima cosa, poi un cappuccino caldo in compagnia di mia moglie nella cucina insieme alla collaboratrice familiare se è già arrivata. Vado poi in ufficio e sono là, sempre immancabilmente, alle otto e trenta in punto. Mi preleva da casa una macchina di servizio che mi riporta poi a fine servizio verso le tre del pomeriggio, mai più tardi delle quattro. A casa mi riposo dopo aver mangiato alcune frutta e fino a cena sto nel mio studio a leggere, a informarmi. All’ora di cena la collaboratrice familiare ci lascia a tavola e se ne va a casa sua. Dopo la cena in panciolle sul divano o su una poltrona seguo il Tg e qualche spettacolo non più in là delle ventitré; questo salvo le sere in cui andiamo a cena fuori al ristorante.”.
Sì, e poi nient’altro? “Come nient’altro, casa e lavoro le sembra poco?”.
No, in effetti, non è poco, per centotrenta chili di peso è già abbastanza il movimento, mi ha detto poi che la Sua vita ruota attorno al palazzo di giustizia, persino il ristorante sta di sotto vicino a quell’aiuola con la quercia.
Mi salutava là dal portone di casa che io tornavo a quella mia facendo questa riflessione:
“Lui, Vostro Onore! Ma quando mai! L’onore è tutto mio, per quanto son contento di come li trattiamo questi grossi magistrati per quella pulizia che fanno di tutti gli sconnessi che qualche volta, diciamocelo, fanno fatica pure a inventarli.”.
Mi risvegliavo da quel sopore con un sorriso che niente aveva di soddisfazione, non capii perché pensando all’On. Brunetta mi dovesse succedere sempre questo, come sedato, domandandomi perché? Perché nel duemila e nove ho dovuto pagare una tassa di un euro e novantacinque a fronte di un giorno di malattia?
Vostro Onore, pensa che quest’obolo verso la Patria dei nostri politici, che ha l’onere di pagare i loro lauti compensi, sia da ritenere per me un Onore?
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